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Stili di karate tradizionale

Goju Ryu

Il Goju Ryu, unico stile mantenuto tale dalle origini ed unico stile di karate ad essere inserito tra le "arti marziali antiche" del Giappone; attualmente praticato ad Okinawa (Shotokan, Wado-ryu e Shito-ryu non sono presenti),  in Giappone e nel resto del mondo. Fu fondato dal M° Kanryo Higaonna con il nome di "Naha-te" (il termine Go-ju fu tratto dal M°Chojun Miyagi da un passaggio del Kempo Hakku, in un capitolo del Bubishi, che recita: 'Ho goju don to', ovvero 'la legge dell'Universo respira dura e morbida') ed è uno stile strettamente legato allo Shorei Ryu. In Giappone si diffuse nella regione di Kyōto, grazie all'opera del maestro Gogen Yamaguchi che seguiva il Sensei Chojun Miyagi.

Le contrazioni muscolari, i movimenti lenti e potenti caratteristici di questo stile richiedono grande vigore fisico; il Goju Ryu conserva molte delle peculiarità di un tempo: tra i vari stili è quello che meno si è modernizzato in quanto la sfera del karate-do è rappresentata dall'aspetto di una mano e le competizioni sportive sono viste come il mignolo di essa. Tale stile ha infatti rifiutato lo sviluppo dal punto di vista sportivo, proseguendo così su un'impostazione puramente tradizionale e da autodifesa.

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Altra ramificazione dello Shorei è lo Uechi Ryu o Pangai Noon, poco diffuso e poco conosciuto in Italia; il suo fondatore, Kanbun Uechi, trascorse quindici anni in Cina, nella stessa zona in cui si era formato Kanryo Higaonna. Discendente dello Uechi Ryu è lo stile Shohei-ryu.

Shito Ryu

Lo stile dello Shito Ryu è stato fondato dal maestro Kenwa Mabuni nel 1931. Egli iniziò a studiare il Karate-Do all'età di 13 anni dal maestro Anko Itosu e, all'età di 20 anni, Kenwa Mabuni iniziò lo studio del Naha-Te con il maestro Higaonna.

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Kenwa Mabuni in seguito si unì alle forze di polizia e questo gli permise di viaggiare per tutta l'isola di Okinawa cosi da imparare nuove arti marziali classiche dell'isola. Mabuni si trasferì ad Osaka nel 1929 dove iniziò a insegnare la via del Karate-Do e in seguito qui vi aprì una propria palestra. Il grande maestro Mabuni, dopo una vasta conoscenza del Karate acquisita dalle sue esperienze, decise di insegnare la sua versione del Karate-Do.  Il maestro Mabuni incentrò il suo nuovo metodo di insegnamento sulle basi dei suoi due maestri più importanti: il maestro Kanryu Higaonna di Naha e Anko Itosu di Shuri. Kenwa Mabuni chiamò questo nuovo stile del Karate Shito Ryu dandogli le iniziali dei loro nomi, Higaonna e Itosu o, più semplicemente, scuola di Itosu e Higaonna. Lo Shito Ryu oggi è uno degli stili più importanti e diffuso al mondo.

Wado Ryu

Il dojo di Wado-Ryu venne fondato nel 1934 da uno dei primi e più validi allievi di Funakoshi, il maestro Hironori Otsuka e fu il primo maestro fondatore di uno stile ad essere originario del Giappone. Nato nel 1892 a Ibaragi, vicino a Tokyo, cominciò in tenera età la pratica del jujitsu, continuandola per 17 anni, sino al suo primo approccio con il karate nel 1922. Divenne allievo di Gichin Funakoshi rimanendo a lungo con lui, prima di codificare, consigliato dallo stesso, un nuovo stile:  il Wado ryu (letteralmente "La scuola della Via dell'Armonia") il quale è una fusione di Jujitsu e Te di Okinawa oltre ad alcune influenze dall'Aikido, di cui conosce e frequenta il fondatore Morihei Ueshiba nel 1917.

Lo stile presenta posizioni molto alte e pone l'accento sulla morbidità e la fluidità delle tecniche (principio portante è "Nogaru" ovvero "scivolare come una goccia d'acqua") con spostamenti laterali e rotazione dell'anca. Ad un contrasto cruento preferisce adottare tecniche di schivata ed evasione che lasciano l'avversario esposto ad una serie di attacchi rapidi e dirompenti in zone sensibili del corpo. A questa dinamica di attacco-contrattacco si aggiunge inoltre lo studio del Jujitsu con proiezioni, leve articolari, strangolamenti e sbilanciamenti che derivano dalla tradizione Shindo Yoshin Ryu praticata dal Soke per quasi vent'anni.

 

Tutto ciò si traduce dunque nello studio di una distanza medio-corta. Il maestro Otsuka introdusse inoltre il moderno concetto di (Kumite). Affidò ai suoi primi allievi, i maestri Yamashita, Kono, Suzuki, Toyama (in Italia) e Mochizuki di trasmettere e divulgare lo stile Wado Ryu in Europa.

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Shotokai

Shotokai, Associazione di Shoto, creata dal gruppo di allievi che recuperarono i fondi per la costruzione del dojo Shotokan. Shotokai e Shotokan erano, in origine sinonimi utilizzati dai due gruppi che si allenavano sotto la direzione di Gichin Funakoshi; alla morte di questi il maestro Shigeru Egami continuò il proprio cammino nello studio del karate mantenendo per il suo stile l'appellativo Shotokai: le due scuole di comune origine andarono cosi differenziandosi. Egami modificò il karate appreso da Funakoshi sotto il profilo tecnico, ma continuò a rispettarne le idee basilari privilegiando lo studio del kumite fondamentale a quello libero. Il pensiero del maestro Funakoshi era simile: per lui il vero unico combattimento di karate è per la vita o per la morte, ed è perciò impossibile da praticare in un dojo. Nello Shotokai i colpi vengono portati tutti oltre all'avversario, vicino o lontano che sia. Durante l'allenamento i colpi sono portati alla maggior distanza possibile mantenendo equilibrio e postura corretti. Le anche sono come in altri metodi il punto di forza. Sempre e solo nell'allenamento si può solo avanzare e mai indietreggiare (anche quando ci si difende).

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Nello stile Shotokai il combattimento deve portare alla vittoria con un unico colpo, l'ippon, senza finte o senza attacchi accennati. A differenza dello Shotokan e di altri stili, oltre al kihon (studio delle tecniche), al kumite di studio e ai kata, si studia anche il midare, un esercizio nel quale si studia l'irimi, il corretto anticipo, il ritmo corretto.

 

Nell'Irimi una persona si difende da un'altra persona avanzando verso questa. Schiva il colpo in maniera molto tecnica e si porta dietro la schiena dell'attaccante pronto a schivare il successivo attacco. Chi attacca deve sempre portare attacchi "sinceri". Nell'irimi gli attaccanti possono anche essere più di uno a seconda della bravura di chi si difende. La forza muscolare non va praticamente mai usata, si sfruttano le anche, il proprio peso ed il corretto anticipo sull'avversario. Se si dovesse cercare uno stile cinese che richiama la maniera di muoversi attaccare e parare avanzando sempre, si potrebbe trovare nello stile morbido Hsing I.

Karate sportivo e karate tradizionale

Dopo l'inserimento della competizione sportiva, avvenuto nel dopoguerra, si sono sviluppate su scala mondiale due correnti di pensiero antagoniste: una puramente sportiva, l'altra legata alla via delle arti marziali (budo). La differenza tra questi due concetti di karate risiede nel fatto che il karate sportivo è diretto principalmente alla ricerca del risultato nella competizione: il raggiungimento della medaglia ne rappresenta il traguardo principale; nel karate tradizionale, invece, la competizione sportiva è concepita come un momento di crescita e verifica personale, importante ma non fondamentale: chi non trova soddisfazione nelle gare, ha la possibilità di continuare la pratica del karate-do facendo della ricerca e del miglioramento uno stile di vita. Il karate-do, legato al budo, è infatti espresso dal pensiero: la forza di una persona è proporzionale alla lunghezza del cammino percorso nella Via: più lungo è il cammino percorso, maggiori sono le sue qualità.

 

Non avrebbe senso chiedersi quale tra le due diverse forme di karate, sia quella più vera: ambedue esistono e devono coesistere senza predominio dell'una sull'altra, solo la consapevolezza della distinzione però può aiutare il praticante a trovare ciò che egli ricerca nel karate.

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