Storia dei Kata
I Kata li possiamo definire l'essenza del Karate poiché contengono sia l'aspetto fisico che quello mentale del praticante. Attraverso esercizi che esaltano la qualità del gesto tecnico si arriva al controllo ottimale del corpo. Questi esercizi sono codificati ed utilizzati in una sorta di autodifesa contro avversari immaginari. I Kata vengono praticati come principale metodologia di allenamento del Karate.
Un aspetto dell'allenamento propedeutico del Kata è il Bunkai il quale non è altro che l'applicazione pratica delle tecniche eseguite. Oltre alle tecniche più usuali come ad esempio i pugni, le parate ed i calci, nei Kata troviamo molte tecniche di presa e di proiezione a terra, nonché di immobilizzazione portate sulle leve articolari.
L'alto livello di esecuzione tecnica fa diventare l'esecuzione artistica paragonabile all'esecuzione a corpo libero dei ginnasti, fermo restando che l'esecuzione del Kata viene considerata alla stessa stregua di un combattimento reale, elevando quindi l'esecutore ad una sorta di guerriero d'altri tempi. L'esecuzione dei Kata e la loro applicazione sono spesso oggetto di interpretazione personale variando da un maestro ad un altro; in ogni caso i Kata di Okinawa risultano ancora oggi quelli più reali e praticati verosimilmente alla forma originale.
In origine in Okinawa venivano usati come principale mezzo d'istruzione del Karate e la conoscenza si trasmetteva in questo modo da una generazione ad un altra, anche perché in quel tempo l'allenamento alle arti da combattimento era proibito, per cui veniva condotto nella massima segretezza e tramandato verbalmente senza lasciare testi scritti. Di conseguenza il Kata era la migliore maniera di ricordare e praticare le varie tecniche di combattimento.
L'istruzione era trasmessa di solito da un capo famiglia o da un anziano del villaggio, provenienti da una generazione d'esperti. Pertanto i Kata venivano ereditati dai propri antenati ed in essi vi erano le tecniche riguardanti la difesa del villaggio o della comunità familiare; proprio questa distinzione darà origine al cosiddetto "Karate del luogo" (Ha) ed al "Karate della famiglia o scuola" (Dojo o Kan). Un grande numero di Kata di Okinawa venne importato dalla Cina, altre forme vennero create direttamente dagli stessi maestri e perciò basate sulle loro esperienze personali nel combattimento reale.
Successivamente i Kata d'importazione cinese vennero modificati ed integrati a quelli creati nel luogo d'origine, in maniera da riflettere le tecniche e le preferenze personali dei maestri locali. Gli ultimi anni del 1600 ed i primi del 1700 segnarono il periodo del "Te" e del "Kempo" cinese, amalgamati e trasformati nei kata di Okinawa. Il moderno kata di karate si può far risalire alle tre maggiori scuole dell'isola di Okinawa: la Shuri-te, la Tomari-te, la Naha-te, l'esatta espressione dei rispettivi tre maggiori villaggi dell'isola. Nel 1800 Matsumura Bushi fu il primo ad organizzare lo Shuri-te kata in un sistema che prescindeva una serie di forme.
Lo seguì Itosu Yasutsune sempre dello Shury-te, Makabe Chokum, Matsumura Kosaku e Oyadomari Peichin, che si svilupparono e perfezionarono il Tomari-te, mentre Higashionna Kanryo, Arakaki Kamadeunchu e Sakiyama Yoshiro Bushi svilupparono il Naha-te; ad Igaonna succedette Miyagi Choyun che fondò lo stile Goju-Ryu. Si avrà così uno sviluppo dei kata secondo una suddivisione geografica, ovvero Shuri, Tomari e Naha che influenzeranno secondo le tipologia del luogo le varie tecniche. Si usa questo metodo di classificazione perché inizialmente certi Kata erano praticati in una città piuttosto che in un'altra. Comunque è necessario menzionare varie eccezioni a questa regola: una è che alcuni Kata non si prestano a questo tipo di classificazione, poiché non hanno caratteristiche che li colleghino strettamente alle tre città summenzionate. Per esempio il Kata Niseishi (Nijushiho) ed il Sochin per le loro origini sono stati classificati come appartenenti alla scuola Naha-te, ma dal punto di vista tecnico hanno caratteristiche anche della scuola di Shuri-te, poiché entrambi fanno uso lineare d'attacco e difesa tipico di Shuri, ma anche uso di tecniche di blocco circolari a mano aperta tipiche di Naha.
I Kata dello Shuri-te
Varie leggende riguardanti le origini del Kata nel Karate okinawense indicano che Bushi Matsumura (1797-1889) importò dalla Cina i seguenti Kata: Naihanci (Tekki), Passai (Bassai), Seishan (Hangetsu), Useishi (Gojushiho), ed Hakutsuru (Gojushiho Dai?, perduto?). Questi Kata presumibilmente erano presenti ad Okinawa prima di Matsumura, ma non erano organizzati su base stilistica formalizzata.
Erano semplicemente esercizi del te di Okinawa, influenzato dalla Cina. Certamente altri Kata unici dello Shuri-te esistevano nei secoli XVII XVIII, ma la tradizione orale ha molte limitazioni e senza documentazione scritta non si può essere certi se queste forme esistessero o da dove provenisse il loro sviluppo. Le informazioni sui Kata prima dei tempi di Matsumura e di Sakugava sono praticamente inesistenti o prive di fondamento.
I Pinan ed i Naihanchi sono comunque le forme di base del Kata lignaggio Shuri-te.
Il Kata Naihanchi veniva insegnato come una serie di tre diverse forme molto simili tra loro (shodan, nidan e sandan). Il Naihanchi Shodan e Nidan si fa risalire a Matsumura, ma non è certo chi ideò questi Kata. Si dice che Itotsu abbia ideato il Naihanchi Sandan. I Naihanchi erano praticati, in maniera abbastanza simile a Shuri, Tomari e Naha. Attorno al 1895, Itosu Yasutsune (1830-1915) iniziò ad insegnare le forme Pinan, prima di tutto perché erano abbastanza semplici da imparare.
Si racconta che Itosu codificò le forme Pinan combinando tecniche del Kushanku ed un'altra serie di kata ricordata con il nome di Chan Nan sho e ni. I Kata Chan sono andati completamente perduti, ma la leggenda vuole che Bushi Matsumura, maestro di Itosu, abbia ideato questi Kata o li abbia estrapolati da una serie di antichi esercizi cinesi trasmessi da Matsumura. I Kata intermedi dello Shuri-te sono rappresentati da Passai (Bassai) e Seishan (Hangetsu).
E' storico che Matsumura insegnò ad Itosu il Bassai Dai (Matsumura no Passai) ma non è certo chi sia stato il promotore di questi Kata, per cui si può ipotizzare che la forma esistesse prima di Matsumura, tanto che le diverse versioni orali circa le origini di Passai sono spesso contraddittorie tra loro: alcuni indicano il Kata originario di Tomari, ove si hanno testimonianze di lunga pratica, altri affermano che Matsumura importò il Kata dalla Cina.
Non vi è dubbio che il Kata esistesse nelle Ryu Kyu da molto Tempo, lo attesta il fatto che sia così diffuso e presente in tutti gli stili. Seishan (Hangetsu) è un antichissimo Kata che trae origine dalla Cina. La cosa unica riguardante questo Kata è che esistono due versioni molto differenti tra loro: la versione di Naha favorisce lo stile cinese, mentre quella di Shuri ha una sua propria evoluzione e si fa risalire a Matsumura. Fonti autorevoli indicano il Seishan come il più antico dei Kata di Shuri-te ancora praticati.
Tre altri Kata classificati come Shuri-te sono il Jitte (Jutte) il Jihon ed il Jiin. Le tecniche di questi Kata sono piuttosto semplici e rettilinee, e si nota il ripetuto allenamento all'uso del "tallone della mano" (Teisho).
Il saluto che caratterizza l'inizio di questi Kata ricorda il tipico gesto cinese. I tre Kata sono stati perpetuati dagli stilisti di Shuri, in particolare da Itosu. Certe tradizioni comunque affermano che queste forme fossero originarie di Tomari; Itosu studiò Tomari-te con Matsumura Kosaku dopo la restaurazione Meiji verso il 1870, pertanto la trasmissione di questi Kata dal Tomari Te al Karate moderno fu opera di Itosu. Le forme avanzate di Shuri-te includono il Chinto (Gankaku) il Kushanku (Kanku) ed il Gojushiho. Questi Kata vennero passati alle generazioni successive da Bushi Matsumura. Il Chinto è caratterizzato da posizioni su di una sola gamba per l'allenamento all'equilibrio, nonché da un doppio calcio (Nidan Geri). La leggenda narra che un cinese, naufragato ad Okinawa e ospitato a Tomari abbia insegnato questo Kata a Matsumura Kosaku ed a Oyadomary Kokan che lo trasmisero poi a Matsumura Bushi. Il Kunshanku Kata fu insegnato da un inviato militare cinese verso il 1756, noto per la sua abilità nel combattimento, a To-de Sakunagawa (1733-1815).
Vi sono due linee di sviluppo del Kata: una segue l'insegnamento di Sakugawa e Matsumura, l'altra quello di Chatan Yara (1710-?) del villagio Chatan, figura leggendaria nella storia delle arti marziali di Okinawa che tramandò numerosi Kata di Kobudo, ma che non lasciò una sua impronta in nessuno stile in particolare, nonostante tutti i più famosi maestri dell'epoca avessero usufruito dei suoi insegnamenti.
Vi sono anche diverse varianti del Kanshanku: la versione Dai (grande - basilare), Sho (piccolo - raffinato) e Shiho (4 direzioni). Sono tutte basate sul lignaggio del Kata di Sakugawa. La tradizione vuole che Itosu abbia codificato la versione Sho e la Shiho (perduta?). Il Kunshanku oltre ad essere il Kata più lungo dello Shuri-te contiene difese e contrattacchi esclusivi, tecniche di torsione e doppio calcio saltato. Il vecchio nome di Gojushiho è Useishi, originale cinese. Si dice che Matsumura importò il Kata dalla Cina e lo abbia sviluppato dagli stili della Gru e della Tigre, tipici del Kempo cinese.
Questi stili hanno una lunga storia in Cina, avendo origini dal tempio di Shaolin situato nella Cina settentrionale. Una certa evidenza fisica ad Okinawa sta a documentare che questi stili siano stati presenti ad Okinawa ai primordi del 1600. Infatti i movimenti del Gojushiho appaiono nei testi Bubishi. Si fa riferimento a questi movimenti come ai "cinquantaquattro passi della Tigre Nera ed all'uso del colpo di becco della Gru Bianca”. A fronte di queste informazioni si presume che il Gojushiho sia tra i più vecchi Kata di Okinawa esistenti. Un Kata unico tramandato da Itosu e proveniente da tempi remoti è Chinte. Itosu lo imparò probabilmente da Matsumura Bushi.
Anche Chinte viene considerato patrimonio dello Shuri-te. Dopo che i Kata ebbero subito il loro rispettivo sviluppo in Okianwa, il Maestro Funakoshi Gichin (1868-1957), li introdusse assieme al Karate nel Giappone vero e proprio nel 1922. Funakoshi in Giappone insegnò i seguenti Kata del Karate di Okinawa: i 5 Pinan (Heian), i 3 Naihanchi (Tekki), il Passai (Bassai), il Wanshu (Empi), il Chinto (Gankaku), il Seishan (Hangetsu), il Jitte (Jitte), il Jion (Jhion) ed il Kushanku (Kanku). Queste forme vennero ulteriormente modernizzate in Giappone e divennero la base del Karate Shotokan. Funakoshi cambiò anche i vecchi nomi Okinawensi conformandoli con la pronunzia giapponese (in parentesi). Questo purtroppo causò una certa confusione rispetto all'identificazione ed alla classificazione dei Kata classici. In seguito vennero aggiunti al sistema Shotokan i seguenti Kata: il Rohai (Meikyo), lo Wankan, il Chinte, l'Unsu, il Sochin, Nijushiho ed il Gojushiho. Anche Mabuni Kenwa (1893-1957), okinawense di Shuri esportò il Karate da Okinawa al Giappone. Mabuni era un amico contemporaneo di Funakoshi ed il suo repertorio di Kata, proveniente da Tomari e Shuri, si combinava con le forme di Naha. I suoi principali insegnanti furono Itotsu (Shuri-te) ed Higashionna (Naha-te). Il suo metodo si chiamava Shito Ryu. Dello Shuri-te usava le forme Pinan, Naihanchi, Passai e Kushanku, del Tomari-te le forme Rohai, Wanshu e wankan, mentre del Naha-te scelse il il Sanchin, il Seishan, il Sanseru, il Saifa, il Seipai, Suparimpei, lo Shisochin ed il Kururunfa. Egli ideò altresì due Kata propri: Juroku e lo Aoyagi.
I Kata del Tomari-te
Tomari-te era lo stile del Karate di Okinawa indicativo dell'omonimo villaggio, nelle vicinanze di Shuri. I Kata del Tomari-te sono una lieve variante degli stessi Kata dello Shuri-te. Si dice che numerosi visitatori cinesi del villaggio di Tomari insegnarono il Kempo agli abitanti ma questi insegnamenti non furono mai estesi a Shuri. Nonostante tutte le fonti affermino che questi insegnamenti, almeno inizialmente, non influenzarono i Kata di Shuri-te, anche in questo punto vi sono alcune incongruenze: sembra infatti che alcuni scambi di informazioni tra i praticanti dei due villaggi fosse avvenuto, particolarmente nel periodo di Matsumura, infatti è noto che lo stesso Matsumura (Shuri) istruì Oyamadori Kokan e Kyyan Chotoku (Tomari) nei Kata Naihanchi, Passai, Seishan e Gojushiho. Nonostante le evidenti similitudini tra i Kata di Shuri e quelli di Tomari, possiamo considerare esclusivi di questo villaggio i seguenti tre Kata: Wanshu (Empi), Rohai (Meikyo) e Wankan. Le leggende dicono che vi siano stati altri Kata nati e praticati esclusivamente a Tomari, ma purtroppo sono andati perduti. Kiyan apprese il Wanshu da Maeda Peichin, al quale venne tramandato dopo che un inviato militare cinese lo insegnò nel villaggio di Tomari nel 1683. Imparò il Kushanku da Yara del villaggio Yomitan, il Tomari Bassai da Oyadomari Kokan ed il Tomari Chinto da Matsumura Kosaku. Il promotore del Kata Wankan è anonimo, ma è noto che questo esercizio esistesse da molto tempo nel repertorio dei Kata di Tomari-te. La scuola di Tomari ha elaborato le proprie versioni di Passai, Chinto, Gojushiho. Si ritiene inoltre che la versione di Tomari-te del Kata Chinto sia la forma originale e più antica così come fu introdotta ad Okinawa.
I Kata del Karate contemporaneo riferiscono una testimonianza della storia e dell'evoluzione del Karate, così come un collegamento con il passato. Abbiamo osservato come alcuni Kata siano esclusivamente Okinawesi, mentre altri siano frutto dell'influsso cinese. E' senz'altro vero che alcuni Kata tradizionali dei nostri giorni siano stati tramandati da centinaia di anni, molte varianti di Kata furono sviluppate in villaggi diversi, da diversi maestri, però i Kata non furono standardizzati, nemmeno alla fine del secolo scorso. L'evidenza dimostra che i maestri di Okinawa sperimentarono un gran numero di tecniche individuali; questo venne effettuato allo scopo di dare un'impronta personale alle varie tecniche di Kata. La sperimentazione venne fatta in un'epoca nella quale l'efficacia nel combattimento era di primaria importanza per i praticanti. Ogni maestro poteva usare tecniche basate sulla propria esperienza di combattimento. Matsumura, Itotsu, Motobu e Kiyan sono maestri noti per aver lottato molte volte in situazioni reali. I loro Kata personali furono modificati così da riflettere la loro esperienza. Le caratteristiche fisiche influenzavano notevolmente la interpretazione dei Kata: è noto che Itotsu e Motobu fossero potenti ma tozzi, mentre Kiyan era snello e veloce, infatti ai primi piaceva praticare il Naihanchi che mette in evidenza la potenza delle braccia, mentre il secondo prediligeva Kushanku e Chinto (Empi) che mettono l'accento sulla rapidità dei movimenti e sulle tecniche saltate.
Il Kata di Karate si è evoluto e cambiato con il tempo. Ad Okinawa i Kata divennero più raffinati e sofisticati mano a mano che si sviluppavano. Nonostante questo i Kata di Okinawa non hanno mai perso il contatto con il loro proposito originale che era quello di un metodo di allenamento per la difesa personale. Possiamo affermare che questa è una caratteristica del Kata di Okinawa, mentre in Giappone gli stili moderni hanno reso esteticamente più piacevole ed attraente l'esecuzione dei Kata. Un'altra importante motivazione di questi cambiamenti è che nell'era moderna l'enfasi sulla realtà e la difesa personale diveniva meno importante a scapito della competizione sportiva ed il Karate diveniva una via di autoperfezione gestuale. Questi cambiamenti sono evidenti nella limitazione delle tecniche di calcio a livello basso, molto pratiche, sostituite con esecuzioni atleticamente più impegnative che sono evidentemente effettuate per motivi estetici. La conservazione dei Kata originali e dei loro valori tradizionali deve essere un impegno presente e costante nella volontà di tutti i praticanti che abbiano a cuore il futuro del Karate, al di la dell'aspetto sportivo, tenendo conto che la storia del Karate di Okinawa è stata preservata dal folklore, sia dal popolo che dai maestri contemporanei che ne hanno ereditato l'arte e che i Kata esistenti sono stati tramandati così come sono stati appresi, fornendo anche alcune possibilità di penetrare nella storia e nelle origini delle arti da difesa di Okinawa ed infine che la sopravvivenza di queste informazioni e della cultura okinawense stessa sembrano frutto di miracolo, se tiene conto delle devastazioni, perdite di vite umane, e distruzioni di cose e notizie che occorsero ad Okinawa durante il conflitto Mondiale. Non dimentichiamo che siamo e saremo responsabili della trasmissione futura del Karate, così come i maestri su citati sono stati responsabili della trasmissione arrivata a noi.
Fonti: K. Tokitsu: Storia del Karate; G.W. Alexander: Okinawa, isola del Karate; G. Funakoshi: Karatedo: my way of life; G. Funakoshi: Karatedo Kyohan.